A.S.D. Virtus et Labor

Patto Educativo di Corresponsabilità

Premesso che:

La formazione e l’educazione sportiva sono processi complessi e continui che richiedono la cooperazione, oltre che dell’allievo/atleta, dell’associazione sportiva, della famiglia e dell’intera comunità educante.

La palestra e gli ambienti di aggregazione sportiva sono il luogo in cui si realizza la crescita della performance atletica dei ragazzi ed eventualmente della loro carriera sportiva; essi sono anche la comunità organizzata dotata di risorse umane, materiali e immateriali, tempi, organismi, ecc. che necessitano costanti interventi di gestione, ottimizzazione, conservazione, partecipazione e rispetto dei regolamenti.

Il rapporto associazione sportiva-atleta-famiglia costituisce l’ambiente entro il quale si realizza la transizione educativa e valoriale dell’atleta. Alla promozione e allo sviluppo di questo rapporto, genitori, giovani atleti e allenatori dedicano impegno particolare e continuo i cui tratti essenziali sono richiamati nei punti che seguono.

Sottoscrivono il seguente patto educativo di corresponsabilità:

1) I GENITORI

Il genitore, sottoscrivendo l’istanza d’iscrizione, assume l’impegno a:

a) osservare le disposizioni contenute nel presente patto di corresponsabilità e nelle carte qui richiamate;

b) sollecitarne l’osservanza da parte del figlio/atleta.

I genitori dovranno:

  • instaurare un dialogo costruttivo con gli allenatori, rispettando la loro libertà di allenamento/insegnamento e la loro competenza valutativa;
  • partecipare agli incontri organizzati dall’associazione sportiva per i genitori;
  • partecipare agli incontri, anche via call, organizzati dall’associazione sportiva per i genitori per confronto e dialogo, con la tempistica più opportuna per l’associazione;
  •  esprimere una “genitorialità sociale” dentro e fuori l’associazione sportiva, con un atteggiamento cooperativo che favorisca nei ragazzi la cura verso se stessi e i compagni, specialmente i più fragili, e dove sia percepibile l’intreccio genitori-allenatori-atleti;
  • riconoscere la figura dell’allenatore come “alleato” nel perseguire la preparazione atletica, la formazione e l’educazione del proprio figlio (disponibilità al colloquio, al confronto propositivo e alla collaborazione nelle situazioni quotidiane e in relazione a possibili problematiche);
  • segnalare all’associazione puntualmente particolari situazioni di salute dell’atleta (dati sensibili gestiti secondo le modalità della privacy);
  • intervenire con senso di responsabilità, rispetto ad eventuali danni provocati dal figlio a carico di persone, arredi, materiale sportivo (anche con il recupero e il risarcimento del danno);
  • riconoscere e segnalare immediatamente al “Referente per la Tutela” nominato dalla Federazione Ginnastica d’Italia (FGI) la possibile presenza di evidenti o celati tentativi di restrizione calorica nella dieta alimentare del figlio, o comportamenti tipici della preoccupazione eccessiva al peso corporeo o della forma fisica/aspetto;
  • promuovere, nell’ottica di un processo educativo integrato famiglia-associazione sportiva, la ricerca di un giusto equilibrio fra divertimento, impegno e richieste di apprendimento;
  • incoraggiare con gratificazioni il processo di formazione e preparazione atletica del figlio/atleta, con rigore e obiettività rispetto ai limiti e ai punti di forza dell’allievo;
  • mantenere gli stili valoriali ed educativi condivisi attraverso il presente patto di corresponsabilità, anche nella vita quotidiana e a casa, dal momento che l’attività sportiva occupa una parte anche importante della giornata dei figli/allievi.

2) GLI ATLETI

Gli atleti dovranno:

  • rispettare dirigente sportivo, allenatori/tecnici, tutto il personale dell’associazione sportiva e i compagni;
  • portare sempre il materiale/abbigliamento occorrente;
  • rispettare la struttura e l’arredo dell’associazione sportiva;
  • usare un linguaggio consono a un ambiente sportivo/educativo nei confronti degli allenatori, dei compagni, del personale ausiliario;
  • adottare un comportamento corretto e adeguato alle diverse situazioni che si presentano nell’ambito dell’attività sportiva e del luogo;
  • accettare, rispettare, aiutare gli altri, anche se appaiono diversi da sé, comprendendo e accogliendo le ragioni dei loro comportamenti;
  • mantenere un comportamento corretto durante i cambi di lezione/allenatori/esercizio;
  • evitare atteggiamenti provocatori e/o di sopraffazione nei confronti degli altri atleti;
  • essere attenti alle proposte educative e formative degli allenatori, che potranno ritenere opportuno condividere al fine di massimizzare la crescita sportiva dei propri atleti;
  • segnalare immediatamente al “Referente per la Tutela” episodi, situazioni o dinamiche che comportano un disagio a sé o ad altri;
  • essere disponibili a partecipare e a collaborare.

3) GLI ALLENATORI/TECNICI

Gli allenatori/tecnici assumono l’impegno affinché i diritti degli atleti e dei genitori richiamati nel presente patto siano pienamente garantiti.

Gli allenatori/tecnici dovranno:

  • realizzare i percorsi atletici e sportivi e le scelte progettuali, metodologiche e formative/educative, tutelando il diritto ad apprendere e a migliorare dell’atleta;
  • favorire momenti d’ascolto e di dialogo con l’atleta e i genitori;
  • incoraggiare gratificando il processo di formazione e preparazione atletica di ciascuno;
  • favorire l’accettazione dell’“altro”, la solidarietà e promuovere una cultura del fair play;
  • promuovere le motivazioni al miglioramento personale e alla sportività;
  • confrontarsi con una figura autorevole e preparata, il “Referente per la Tutela”, che sia punto di riferimento per le situazioni di disagio a cui gli atleti possono rivolgersi in caso di necessità, il quale ha il dovere di responsabilizzare gli altri allenatori su tematiche legate al bullismo (e cyberbullismo) e alla disciplina sportiva;
  • riconoscere i casi in cui l’agonismo previsto dalla disciplina sportiva possa costituire un fattore di rischio nell’insorgenza di problematiche relazionali o individuali;
  • riconoscere i casi in cui vi siano evidenti o celati tentativi di restrizione calorica nella dieta alimentare dell’atleta, o comportamenti tipici della preoccupazione eccessiva al peso corporeo o alla forma fisica/aspetto;
  • far acquisire una graduale consapevolezza nelle proprie capacità per affrontare, con sicurezza, le nuove sfide sportive;
  • favorire l’acquisizione e il potenziamento di quelle abilità emotive e cognitive che consentono la rielaborazione dell’esperienza della sconfitta, del fallimento e della frustrazione sportiva;
  • favorire un orientamento consapevole e positivo delle scelte relative al futuro degli atleti;
  • garantire colloquio, anche via call, con i genitori, con la tempistica più opportuna per l’associazione, e garantire colloquio al genitore in qualsiasi momento in cui questo lo richieda;

promuovere, nell’ottica di un processo formativo integrato famiglia-associazione sportiva, la ricerca di un giusto equilibrio fra divertimento, impegno e richieste di apprendimento.